Davide Zardo

L’impossibilità di cantare la vita senza farne parte. È forse il senso più profondo dell’arte di Teresa Anna Rita De Salvatore, che con questi scritti si conferma poetessa e narratrice di emozioni. Dai piccoli e grandi fatti di cronaca, dagli sconvolgimenti mondiali fino alla discesa nell’intimo di personaggi nominati o sconosciuti, Teresa riesce a tessere una rete di sentimenti e sensazioni che non si possono definire, come fa invece lei, con umiltà, “inutili a capo”, ma che ben rendono la difficoltà della parola di fronte alla grandezza dello stupore. Lo stupore della vita, dell’imprevisto e del conosciuto che si stravolge e si nasconde, oppure semplicemente si lascia osservare meglio, al di là dello scontato. Anche nei brevi racconti in prosa, realistici o surreali, le piccole cose di ogni giorno diventano improvvisamente importanti. E quelle apparentemente più grandi di noi, invece, scompaiono. Non scompare invece la voglia di leggere e conoscere Teresa, di sorridere e riflettere grazie alla sua autoironia e filosofia, entrambe ben espresse in una serie di aforismi nell’ultima parte del libro. Che ci si augura non sia l’ultimo.